Manovra 2023: superbonus, caro energia e flat tax incrementale

Le Commissioni speciali riunite di Camera e Senato in seduta congiunta hanno svolto le audizioni con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti e il Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), Lilia Cavallari.

Le audizioni hanno riguardato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) 2022 – nella versione rivista e integrata che il Consiglio dei ministri ha approvato lo scorso 4 novembre – e la Relazione al Parlamento con cui il Governo chiede l'autorizzazione a un nuovo scostamento di bilancio. Per le misure di contrasto all'aumento dei costi energetici per il 2023 circa € 21 miliardi, più ulteriori 9 miliardi derivanti dal cosiddetto extragettito del 2022. Sul tavolo il confronto per le principali misure della Manovra 2023 “attese” dalla platea di professionisti, imprese e famiglie. Non solo quelle per contrastare il caro-bollette, al via le ipotesi per il restyling del Superbonus, una nuova “tregua fiscale”, adeguamento pensioni, “stretta” sul reddito di cittadinanza, una nuova flat tax e estensione del “tetto” per i forfettari. La Manovra 2023, conferma ministro Giancarlo Giorgetti, arriverà entro 3 settimane; giovedì sera, invece, è attesa la firma del nuovo Decreto Aiuti.

Il nuovo Governo è solo ai nastri di partenza, procede verso la meta finale: la legge di bilancio per il 2023.

Nell'audizione del Ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti ha delineato i principali tratti degli impegni del Governo e le misure da adottare nella Manovra di fine anno, attualmente in fase di studio. Giorgetti da un lato ha confermato che per il 2023 saranno destinati almeno € 21 miliardi al contrasto dei costi energetici, dall'altro ha ribadito che  la politica di bilancio proseguirà nel solco degli interventi finora adottati per limitare quanto più possibile l'impatto dell'elevata inflazione sui bilanci delle famiglie, in particolare quelle più fragili, e salvaguardare la competitività del tessuto imprenditoriale nazionale”.

A fine mattinata è stata la volta dell'audizione del Presidente dell'UPB, Lilia Cavallari. Nella sintesi del testo depositato dall'UPB si evince che l'audizione ha riguardato la NADEF 2022 e la Relazione al Parlamento per lo scostamento di bilancio. L'UPB ha validato il quadro macroeconomico tendenziale e quello programmatico della NADEF, rilevato che la NADEF peggiora il deficit tendenziale del biennio 2024-25 rispetto a settembre, individuato come il quadro programmatico della NADEF si ponga in sostanziale continuità con il DEF, ma che gli obiettivi di deficit vengono rivisti al rialzo soprattutto per aiutare famiglie e imprese.

La nuova Manovra

Nei primi passi verso la manovra 2023-2025 oggetto della prossima Legge di bilancio, nell'incertezza del quadro economico e nell'esigenza di continuare a contrastare il caro energia, il Governo ha deciso di richiedere nella Relazione che accompagna il presente documento l'autorizzazione del Parlamento a fissare un nuovo sentiero programmatico per l'indebitamento netto della PA. I nuovi livelli programmatici di deficit in rapporto al PIL sono posti:

  • al 4,5% per il 2023;
  • al 3,7% per il 2024;
  • al 3,0% per il 2025.

Le risorse della manovra netta, riporta il documento approvato, saranno impiegate per il contrasto al caro energia nei primi mesi del 2023. 

La pressione fiscale è indicata al 43,8% del PIL nel 2022, mentre nel prossimo triennio è prevista una riduzione annua media di circa 0,4 punti percentuali, attestandosi al 42,5% del PIL nel 2025.

La manovra - come illustra nel testo dell'audizione il Presidente dell'UPB, Lilia Cavallari - sarà ancora espansiva nel 2023 e 2024, ma restrittiva nel 2025. Il debito pubblico continua a scendere, anche se con qualche elemento di rischio e, inoltre, si tiene permangano rischi per la finanza pubblica, anche legati all'attuazione del PNRR.

Manovra 2023: le misure per il caro energia

Nel documento approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 4 novembre si evidenzia come il Governo abbia deciso di confermare l'obiettivo di deficit per il 2022 del DEF e di utilizzare il risultante “spazio di bilancio”, circa € 9 miliardi, in larga parte a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell'energia.

Un nuovo Decreto “Aiuti-quater” in corso di perfezionamento entro la settimana conterrà:

  • la riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese;
  • il taglio delle accise: fino al 31 dicembre 2022 la riduzione delle aliquote di accisa su benzina, gasolio, GPL e gas naturale impiegati come carburanti; per quest'ultimo sarà confermata fino al 31 dicembre la riduzione dell'IVA al 5%.
  • la copertura degli effetti finanziari degli acquisti di gas naturale effettuati nei mesi scorsi dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), pari a 4 miliardi, rimuovendo la previsione di legge che il gas acquistato dal GSE venga rivenduto entro la fine del 2022; ciò in quanto la recente caduta del prezzo nazionale del gas potrebbe essere solo “temporanea”, questo consentirà di rivendere in seguito il gas a prezzi meno penalizzanti anziché cristallizzare immediatamente le relative perdite. I proventi attesi in base ai prezzi a termine del gas saranno percepiti e contabilizzati nel 2023.

Nel testo integrale dell'audizione del ministro Giorgetti del 9 novembre si legge come il Governo stia verificando la possibilità di impiegare le risorse disponibili della programmazione 2014-2020 dei Fondi strutturali e di investimenti europei (fondi SIE) per misure di riduzioni dei costi energetici di imprese e famiglie.

Inoltre, si ravvisa l'impegno del Governo per il rinnovo per i primi mesi del 2023 delle misure relative ai crediti di imposta in favore delle imprese per l'acquisto di energia e gas, al contenimento degli oneri generali di sistema per le utenze di energia elettrica e gas, al taglio al 5% dell'IVA sui consumi di gas e alla proroga delle agevolazioni tariffarie per i consumi elettrici e di gas in favore degli utenti domestici economicamente svantaggiati.

Sono, altresì, allo studio anche interventi per predisporre uno strumento che renda possibile, per alcune categorie, la rateizzazione degli oneri per l'energia elettrica.

La Manovra: impegno su “lavoro e pensioni”

Sul fronte lavoro, il governo Meloni ha anticipato un ridimensionamento della tanto contesa misura del reddito di cittadinanza con una “stretta” dell'agevolazione al fine di consentire a chi è “abile al lavoro” di lavorare e di riservare solo “agli altri” il sostegno dello Stato. La materia non è di semplice definizione e in questi giorni per prima cosa il Governo Meloni è impegnato a un confronto con le parti sociali.

Inoltre, si legge nel testo dell'audizione del ministro Giorgetti che anche “il cuneo fiscale e il recupero del potere di acquisto dei lavoratori sarà al centro del confronto che il governo avvierà con le parti sociali”.

Sul fronte pensioni l'impegno del Governo ha tempi brevi, visto che Il ministro dell'economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti ha annunciato che la firma del decreto di adeguamento delle pensioni in base ai dati Istat (la relativa spesa aumenterà del 7,3%); dopo aver sottolineato, riguardo al capitolo della spesa pensionistica, che nel periodo 2022-2025 la spesa - per effetto del meccanismo d'indicizzazione all'inflazione - avrà un incremento per oltre 50 miliardi.

La Manovra: le novità per il Superbonus

Altro dossier scottante sul tavolo del nuovo governo è quello del superbonus per il quale si sta studiando una “revisione” ad hoc. I fari sono tutti puntati sull'ipotesi che circola nei “corridoi” del palazzo, vale a dire scendere al 90% la percentuale dell'agevolazione, includendo l'agevolazione anche le “villette” – altrimenti esclusi da gennaio 2023. L'ipotesi è quella di considerare anche le case unifamiliari, adibite ad abitazione principale e solo nel caso in cui il contribuente abbia un determinato ISEE (attualmente si parla di circa € 15 mila).

Il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, nei giorni scorsi ha illustrato alcune possibili strade da intraprendere per rivedere la misura agevolativa: la prima basata sull'allungamento del periodo di assorbimento” del credito: l'ipotesi è quella portare a 7 o 8 anni il tempo utile per utilizzare la detrazione fiscale, e non più gli attuali 5. La seconda strada da percorrere sarebbe quella dell'applicazione di “coefficienti di compensazione che consentano al settore bancario di ricominciare a comprare, senza ampliare la durata temporale”.

Sull'argomento è tornato mercoledì ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti durante l'audizione nella Sala del Mappamondo precisando che tra le modifiche oggetto della prossima Legge di bilancio ci sarà anche la rivisitazione del superbonus, “sul 110 serve una razionalizzazione, non un'eliminazione. Mai visto - ha detto in audizione - una norma che destina così tanto a così pochi”.

Nella Manovra 2023 il restyling della Flat Tax

Un altro tema “caldo” della nuova legge di bilancio è la flat tax anche se le speranze di molti - che il tetto per usufruire della tassazione agevolata arrivi ai € 100 mila, come aveva paventato inizialmente il nuovo governo – non sembra trovino fondamento. Il sottosegretario all'Economia Federico Freni nei giorni scorsi, nel confermare che è allo studio una modifica “al ribasso” della flax tax, ha chiarito che il ridimensionamento prevederà un “tetto” probabilmente sino a circa € 85 mila.

Durante l'audizione del 9 novembre del ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, alle Commissioni Riunite, sul tema della tassazione agevolata ha confermato che è allo studio l'estensione della soglia di ricavi/compensi per i forfetari e un regime sostitutivo opzionale per i titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario. Le risorse per queste e altre misure, ha ribadito Giorgetti, dovranno essere trovate nei risparmi di spesa o nella manutenzione di altre misure.

Più puntualmente è in atto lo studio di altre misure che riguardano:

  • l'estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita IVA di aderire al regime forfetario;
  • la flat tax incrementale o un regime sostitutivo opzionale per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell'incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all'IRPEF nei tre anni d'imposta precedenti.

Un respiro anche in termini di riscossione: il MEF annuncia nel pacchetto delle misure tributarie interventi di "tregua fiscale" che saranno un utile sostegno alla liquidità nell'attuale contesto di crisi energetica e tensioni inflazionistiche.


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